lunedì 4 novembre 2013

La rinascita dei commerci e la rinascita delle città

la rinascita dei commerci e le fiere
L'accresciuta produttività agricola consentì di avere delle eccedenze: ciò rimise in moto il commercio, anche a largo raggio. vennero organizzate delle fiere, grandi mercati che si tenevano in alcune località una o due volte l'anno.
La ripresa dei commerci fu favorita anche dal miglioramento delle vie di comunicazione: fu soprattutto la navigazione a progredire , con l'introduzione della bussola e del timone.

Mediterraneo Fiandre e Lega Anseatica
i commerci europei gravitavano intorno a 2 aree, il mediterraneo e l'europa del nord:
  • i prodotti orientali venivano portati dai mercanti italiano nel resto d'Europa;
  • la zona delle fiandre divenne famosa per la produzione di tessuti;
  • naque la lega anseatica, un'unione dei mercanti di alcune città tedesche. 
un nuovo scenario economico
L'intensificarsi dei commerci favorì la ripresa della circolazione monetaria:
  • le famiglie più ricche presero a far fruttare i patrimoni monetari. molti finanziavano i traffici dei mercanti, altri fondarono delle compagnie, società che in alcuni casi diedero origine alle banche;
  • si svilupparono le tecniche di trasferimento e di scambio del denaro: nacquero le lettere di cambio, documenti che rappresentavano somme di denaro, precursori dell'assegno e della carta moneta;
  • furono necessari i cambiavalute, mercanti che cambiavano le diverse monete. questi, specializzandosi nel commercio del denaro, si trasformarono in banchieri. i più importanti tra essi finanziarono papi e re.
Si ponevano così le basi dell'economia di mercato, in cui chiunque può vendere o comprare merci e servizi liberamente. essa presuppone un'economia monetaria, un adeguato sistema di comunicazioni, l'eliminazione di tutti i vincoli feudali (come la servitù della gleba) che imbrigliano il mercato. queste condizioni si sarebbero realizzate compiutamente solo nel XIX secolo.

la rinascita urbana e la borghesia
le città, che nell'alto medioevo erano decadute, rinacquero grazie ai commerci. vi si trasferirono i signori feudali e soprattutto i contadini. nacque una nuova classe sociale, la borghesia (da burgensis, abitante del borgo), una classe intermedia fra l'aristocrazia e ceti popolari, formata da artigiani, mercanti, banchieri(ma anche da medici, avvocati, notai) accomunati dall'impegno nel mondo economico attraverso l'iniziativa individuale.

Gli artigiani e le loro associazioni
gli artigiani di città si riunirono nelle arti (o corporazioni), associazioni di mestiere che esercitavano un controllo sulla qualità dei prodotti, impedivano la concorrenza illecita e potevano vietare l'apertura di una bottega a chi non faceva parte della corporazione.

la nascita delle università
dopo il mille le scuole, gestite dal clero per l'istruzione degli ecclesiastici , iniziarono a essere frequentate dalla borghesia, che aveva necessità di istruirsi  per gestire meglio le proprie attività economiche. in alcune città nacquero libere associazioni di studenti e insegnanti: le universitas studiorum.

giovedì 17 ottobre 2013

la rinascita: lo sviluppo agricolo e demografico



Intorno al mille in europa ci fu una ripresa, definita la "rinascita dell'occidente". La crescita della popolazione e quella economica si stimolarono a vicenda, agevolate da:

  • un miglioramento del clima che favorì l'agricoltura
  • la cessazione delle invasioni
  • nuovi strumenti e tecniche di lavorazione agricola che permisero l'aumento della produzione : gli strumenti agricoli vennero perfezionati e venne introdotta la rotazione triennale delle colture;
  • la bonifica e il dissodamento di nuove terre: il raddoppio della popolazione europea tra il X e il XIII secolo rese necessarie queste opere e fornì le braccia per effettuarle.
La società era divisa in ordini. L'ordine è un insieme di individui che godono degli stessi diritti; si appartiene a esso in base a un atto giuridico e non alla situazione economica (come invece accade per la classe). Secondo la mentalità dell'epoca ogni ordine aveva un ruolo specifico: il clero pregava, i cavalieri ( la nobiltà) combattevano, i lavoratori dovevano garantire a tutti i mezzi di sostentamento.

mercoledì 16 ottobre 2013

il sistema curtense

la crisi impose la riorganizzazione della vita economica, che divenne:


  • locale, per l'arresto dei traffici
  • agraria, perchè la terra diventò quasi l'unica forma di ricchezza
  • poco differenziato, perchè ogni comunità ricercò l'autosufficienza.
di conseguenza in occidente si affermò così una nuova organizzazione produttiva: 
il sistema curtense.

durante l'alto medioevo (dalla caduta dell'impero romano fino all'anno 1000) la terra venne progressivamente divisa in possedimenti chiamati curtes che appartenevano a un dominus (il re, la chiesa o un signore locale). 
ogni curtis era divisa in 2 parti:
  • la pars dominica (da dominus), riservata al padrone e da lui gestita attraverso il lavoro dei suoi servi.
  • la pars massaricia (da massarius, contadino), suddivisa in mansi, appezzamenti affidati a servi o contadini liberi. questi, in cambio dell'uso del terreno, dovevano versare parte del raccolto e pagare tributi al signore, oltre a lavorare i terreni della pars dominica per un certo numero di giornate.
si diffuse la servitù della gleba che vietava , ai contadini che vi erano sottoposti, di lasciare la terra che coltivavano.

La crisi dell'economia dell'impero romano




l'impero romano conobbe il suo massimo sviluppo nel II secolo.
le cause principali del benessere e della prosperità economica furono tre: la pace la stabilità politica che permisero la costruzione di infrastrutture; un efficace rete di comunicazioni ; la varietà e l'unità del territorio imperiale.
quella romana era un economia monetaria (che, a differenza dell'economia naturale, conosce l'uso del denaro).

l'economia romana fu rovinata dalle guerre e dall'instabilità politica. con le invasioni barbariche (V secolo), la difesa militare divenne la prima necessità. aumentarono le tasse e l'inflazione e le attività economiche si interruppero.

le difficoltà dell'impero determinarono la separazione tra la sua parte orientale e quella occidentale. nel VI secolo, mentre l'impero bizantino (d'oriente) conosceva, con Giustiniano il momento di maggior splendore, quello d'occidente si avviava verso la rovina. il momento più duro si ebbe dal sesto all'ottavo secolo quando si verificarono la crisi demografica, l'abbandono delle città ( che erano state il centro della vita economica), la regressione a un economia naturale e la crisi dell'agricoltura.